Sul più bello

Un prodotto dedicato ai teenager, divertente e fatto bene, illuminato dall'astro nascente di Ludovica Francesconi.

di EMILIANO BAGLIO 23/10/2020 ARTE E SPETTACOLO
img

Sul più bello, tratto dall’omonimo libro di Eleonora Gaggero (già volto di Disney channel) è un film pensato, scritto e realizzato per i teenager e sta dunque a loro esprimere il giudizio finale.

Abbiamo a che fare con un prodotto indirizzato ad un determinato tipo di pubblico che si muove entro canoni ben stabiliti.

Sin dalla trama, che è quanto di più semplice si possa immaginare; la classica storia del brutto anatroccolo (si fa per dire), orfano e pure malato grave, che si innamora del fico di turno.

Non mancano quindi i classici luoghi comuni del genere, compresa la parentesi romantica consumata nella splendida cornice della Reggia di Venaria con annessa gita su di una gondola.

Non ci si fanno neanche troppi problemi nello sbattere in faccia allo spettatore il product placement con i marchi del caso in bella vista.

Tuttavia Sul più bello presenta degli scarti che lo rendono sicuramente interessante e che riescono a differenziarlo da operazioni analoghe.

Alice Filippi, fortemente influenzata soprattutto da Il favoloso mondo di Amélie, è riuscita a costruire un’opera lieve, delicata, divertente, coloratissima e molto pop.

C’è persino del pudore che fa quasi tenerezza visto che vi è un’unica scena di sesso esplicita e non riguarda la protagonista; anzi quando viene il suo turno la regista preferisce non mostrare nulla, una scelta decisamente controcorrente.

La cosa più importante di tutte, però, è che il film non è il solito prodotto omologato, fabbricato in serie, sciatto ed uguale a tanti altri.

In un sistema cinematografico sano c’è sicuramente bisogno di opere destinate a determinate fette di pubblico che però, al tempo stesso, siano realizzate bene.

Nel riproporre la solita storia d’amore a misura dei sogni delle ragazzine l’autrice riesce ad immettere delle varianti importanti.

La malattia non è mai vista con pietismo e consta di un’improbabile quanto fantasiosa mucoviscidosi.

Marta ( Ludovica Francesconi) è un bruco che non è mai diventato farfalla che non perde tempo a piangersi addosso.

È una ragazza forte, libera ed indipendente, insomma in un’epoca di body shaming il film ci presenta una protagonista capace di affermare sé stessa e la propria identità al di là del suo aspetto fisico, un messaggio positivo di non poco conto visto che parliamo sempre di un film per ragazzini.

Irresistibilmente viva e vitale questa piccola Amélie si muove in un mondo in cui anche i suoi compagni di avventura sfuggono agli stereotipi e si fanno anch’essi portatori di altrettanti messaggi lanciati allo spettatore.

Così Arturo (Giuseppe Maggio), il bello della situazione, finisce con il rivelarsi un ragazzo fragile prigioniero delle costrizioni sociali dovute alla sua ricchezza e dalle imposizioni familiari.

Ancora più importanti sono Jacopo (Jozef Gjura) e Federica (Gaja Mascale), i due amici di Marta, che non solo sono entrambi omosessuali, ma compongono insieme a lei una vera e propria famiglia e scusate se è poco, in un film così, avere a che fare con un nucleo familiare fondato sull’amicizia e nel quale l’omosessualità viene presentata come la cosa più normale del mondo compresi i tentativi dei due di avere un figlio.

Ma, diciamoci la verità, il vero asso calato sul tavolo è senza dubbio lei, Ludovica Francesconi.

Sbagliare il personaggio di Marta avrebbe inevitabilmente portato alla rovina l’intero film.

Alice Filippi invece, intelligentemente, ha deciso di fidarsi di questa esordiente che incarna alla perfezione il personaggio portandovi in dono freschezza, candore ed una verve irresistibile e contagiosa che te la fanno amare da subito.

Alle volte accade di assistere alla nascita di un vero talento.

Noi speriamo e scommettiamo su Ludovica Francesconi, come si dice in questi casi, sentiremo ancora parlare di lei.

 

EMILIANO BAGLIO


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali